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Sergio Marchesini – Bio
Suona pianoforte e fisarmonica.
Da anni fa parte della Bottega Baltazar con cui ha registrato cinque dischi, ottenuto diversi riconoscimenti (Premio Musicultura 2011, partecipazione al Premio Tenco) e avuto occasione di esibirsi in Austria, Bahrein, Germania, Grecia, Italia, Messico, Spagna, Svizzera.
Ha partecipato a corsi e seminari con Franco D’Andrea, Claudio Jacomucci, Giovanni Mancuso, Luca Piovesan.
Ha scritto e registrato musica per il teatro, la danza, la televisione e il cinema collaborando con artisti come Mirko Artuso, Silvio Barbiero, Massimo Carlotto, Loris Contarini, Giuliana Musso, Vasco Mirandola e Pino Costalunga.
Tra le colonne sonore spiccano il recente L’ordine delle Cose di Andrea Segre (evento speciale alla Mostra del Cinema di Venezia2017) , Come un uomo sulla terra, finalista al David di Donatello nel 2009, Il sangue verde, premio Doc alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2010, La Prima Neve, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2013 e I sogni del lago salato presentato al Festival di Locarno e alla Mostra del Cinema di Venezia 2015.
Fa parte del collettivo Veneto Contemporaneo e collabora con i diversi artisti che lo compongono, tra cui Erica Boschiero, Alessandro Grazian, Marco Iacampo.
L’ordine delle cose
Artwork per il disco L’ordine delle cose, di Sergio Marchesini, colonna sonora del film omonimo di Andrea Segre.
“Pensando al lavoro fatto con Sergio sulle musiche del film mi veniva da scrivere qualcosa del tipo “la musica supera i confini”, ma questa frase è troppo male usata, è servita a decine di ipocrite serate di gala o campagne di marketing multiculti per coprire reali scelte di chiusura dei confini.I peggiori poteri hanno usato musicisti per imbellettare la facciata della loro violenza. E troppi musicisti hanno accettato in silenzio questo ruolo.Per questo penso che la musica composta da Sergio non superi i confini, ma i poteri. Sappia scavare dentro alle loro contraddizioni e farne sentire il dolore. E’ la musica che ci fa sentire ciò che Corrado non vuole avere nemmeno il coraggio di dirsi.”
Andrea Segre